Aumenta le difese immunitarie, depura l'organismo e favorisce la perdita di peso, combatte l'invecchiamento della pelle e migliora persino l'umore: la favetta è un “cuore” rosso e zuccherino dalle straordinarie proprietà benefiche, ma anche un prodotto tradizionale che racconta un affascinante pezzo di storia delle terre pontine.
C'era una volta il Pantano delle Cannete: uno stagno limaccioso e putrescente, che la storia della Palude Pontina ha conosciuto come una delle aree più ostili ai numerosi tentativi di bonifica. Dal re degli Ostrogoti Teodorico (510 d.C) a Papa Pio VI (fine del XVIII secolo), nessuno è mai riuscito a strappare questa terra alla pestilenziale distesa di acquitrini. Persino il successo della bonifica mussoliniana fu oscurato già durante la Seconda Guerra Mondiale, quando le truppe tedesche si ritirarono allagando le campagne terracinesi e le Cannete tornarono allo stato malsano e paludoso che le caratterizzò fino agli '50.
Eppure, con la curiosa forma di un cuore e il suo sapore dolcissimo, la fragola di Terracina ha trovato proprio in questo difficile habitat le migliori condizioni per esprimere caratteristiche uniche di colore, pezzatura e bouquet aromatico, che ne fanno un prodotto di nicchia apprezzato dagli intenditori di tutta Europa.
Fu nell'immediato dopoguerra che un giovane contadino, giunto a Roma da Terracina, notò sui banchi di un mercatino rionale la presenza di un piccolo frutto rosso richiestissimo dagli avventori. Decise di metterlo a coltura nel suo “sterile” appezzamento delle Cannete, buono solo per la produzione di canne. Si trattava della favette, cultivar francese che avrebbe dato origine alla preziosa fragola Favetta di Terracina. Negli anni '70 la fragolicoltura raggiunse eccezionali livelli di quantità e qualità di produzione: in primavera, il periodo della raccolta, camion e furgoni facevano la fila nelle polverose stradine di campagna, per caricare le profumate Favette. A poco a poco la coltura della fragola superò i confini delle Cannete e conquistò anche la Valle, la zona d'eccellenza dell'agricoltura terracinese, da secoli vocata alla produzione della rinomata uva moscato. Così raccontano i più anziani, orgogliosi di aver promosso ed accompagnato la trasformazione della fragola di Terracina da “cenerentola” a “regina” dei prodotti tipici del territorio.
Oggi la superficie agricola dedicata alla Favetta è di circa 100 ettari, per un totale di 200 aziende nel comprensorio di Terracina, Monte San Biagio, Sonnino, Fondi, San Felice Circeo, Sabaudia e Pontinia. Ogni anno vengono poste a dimora ben 7 milioni di piantine per una produzione di 4mila tonnellate. Nel 2008 la fragola di Terracina è stata eletta tra i prodotti tradizionali della Regione Lazio, mentre l'associazione Mondofragola prosegue il cammino intrapreso per l'ottenimento del marchio Igp. Nel frattempo, ecco alcuni indizi di qualità, per riconoscere facilmente la deliziosa Favetta tra tutte le altre fragole: la sua forma è tondeggiante e quasi sferica, con acheni piuttosto piccoli ed immersi nella polpa, il colore è rosso brillante, il profumo intenso, la consistenza soffice ed il sapore molto più dolce delle altre varietà, dovuto ad un perfetto equilibrio tra zuccheri e acidi.